Dalle precedenti alla nuova sede
Al momento dell’entrata in funzione (1° maggio 1941), la Sezione di Archivio di Stato di Verona si era insediata nei locali ubicati al secondo piano dell’ex convento dei Gesuiti di San Sebastiano, all’uopo presi in locazione, già in uso agli Antichi Archivi Veronesi annessi alla Biblioteca Civica, confluiti a titolo di deposito nella stessa neoistituita Sezione.
Durante gli eventi bellici, il patrimonio fu in gran parte sfollato a più riprese in vari luoghi del contado, ed, al termine del conflitto, risultava distribuito in tre depositi provvisori (piano terreno dell’edificio della sede; un arcovolo dell’Arena; sede del Museo Civico presso palazzo Pompei), per venire infine ricollocato nei locali della sede.
Essendosi palesata l’inidoneità dei locali della sede sin dal tempo dell’istituzione della Sezione, all’indomani della fine del conflitto mondiale iniziò un travagliato processo di valutazione, che condusse la Provincia di Verona ad avviare nel 1957 la fase esecutiva per l’edificazione, su un lotto concesso in permuta dal Comune di Verona, su cui vi insisteva la ex Caserma del Genio civile, nei pressi di via del Pontiere, di una nuova e più adeguata sede, in via delle Franceschine, inaugurata nel 1961.
Detta sede servì l’Istituto sino al trasferimento, il 30 marzo 2015, nella attuale nuova sede, di proprietà della Fondazione Cariverona, ubicata all’interno dell’area degli Ex Magazzini Generali di Verona, oggetto di un programma di riqualificazione urbana tutt’ora in corso. L’edificio è sottoposto a vincoli emessi dal Ministero per i beni, le attività culturali ed il turismo, ed è stato oggetto di un intervento di restauro conservativo funzionale al collocamento dell’Archivio. Il fabbricato principale, che si eleva su 2 livelli, piano terra e primo piano, oltre a quelli ai piani ammezzati e interrati nord e sud, è costituito da complesso di depositi archivistici di ultima generazione disposto due 2 livelli fuori terra composto da 24 depositi di armadi compattabili di cui 8 al piano terra nord, 9 al piano terra sud e 7 a piano primo nord con zone adiacenti dedicate a uffici e sala consultazione, oltre a spazi destinati a funzioni tecniche, tutti serviti da unità di trattamento aria (UTA) tecnologicamente avanzate. Ogni deposito è compartimentato REI, oltre ad essere dotato di porte tagliafuoco di sicurezza. All’interno è presente un sistema di armadi mobili scorrevoli su binario con movimentazione a leva (volano) che permette l’archiviazione totale di circa 50.000 ml di documentazione. L’accesso agli utenti esterni è limitato alla zona visitatori, senza la possibilità di coabitazione con gli archivi e le aree “sensibili”.
Note storiche sull’edificio della nuova sede
Quando fu costruito nel 1926, l’edificio era denominato Magazzino 1, detto anche ‘del Grano’, in quanto costituiva uno dei centri di smistamento di derrate alimentari più importante d’Europa al cui piano banchina trovavano posto undici celle frigorifere di varie dimensioni e la sala dedicata ai macchinari, costruiti dalla ditta Gaetano Barbieri & C. di Bologna, e composti da due gruppi motore asincrono con ognuno un compressore da 35 cavalli; limitrofa a questo locale vi era la cabina di trasformazione elettrica. Le celle erano affiancate da due lunghe gallerie nelle quali accedevano i vagoni ferroviari per le operazioni di carico e scarico. Il piano superiore, con ingresso tramite piani caricatori elettrici, era assegnato ai depositi delle merci nazionali e doganali. Al primo nucleo, denominato 1Ache occupava una superficie di 1.400 metri quadri, ne venne aggiunto un secondo, 1B, nei primi anni ‘30 e un terzo, 1C, verso lo stesso decennio.
La sede è anche annoverata tra le sedi monumentali degli Archivi di Stato italiani, nella recente monografia curata dal Ministero della Cultura: Scrigni di storia. Le sedi monumentali degli Archivi di Stato, Direzione generale Archivi, Roma 2022